Il tumore della mammella in fase metastatica identifica una condizione in cui il tumore, originato dalla mammella, si è diffuso attraverso i vasi linfatici e sanguigni in altre parti del corpo: si parla anche di tumore “in fase avanzata” o di tumore “stadio IV”.
Che cosa sono le metastasi?
Le metastasi sono aggregati di cellule tumorali che acquisiscono la capacità di migrare dal tumore primitivo insorto in un determinato organo e di moltiplicarsi a distanza, senza rispondere ai meccanismi di controllo dell’organismo.
Solo le cellule dei tumori maligni, e non quelle dei tumori benigni, sono in grado di metastatizzare.
Anche se potenzialmente un tumore maligno può formare metastasi in tutti gli organi, alcuni tipi di cancro tendono a dare metastasi in sedi specifiche. Per esempio, il tumore della mammella può metastatizzare principalmente nei linfonodi, nelle ossa, nei polmoni, nel fegato e nel cervello. La sede delle metastasi è influenzata dalla facilità con cui le cellule tumorali possono raggiungerla e dalla presenza di molecole che ne favoriscono l’attecchimento e la proliferazione.
Si parla di tumore metastatico del seno quando le cellule che costituiscono le metastasi derivano da un iniziale tumore della mammella; nella maggior parte dei casi queste cellule presentano le stesse caratteristiche del tumore primitivo mammario, ma in alcuni casi potrebbero sviluppare delle caratteristiche differenti, per questo motivo quando è possibile si dovrebbe eseguire una biopsia di una sede metastatica per definire le migliori strategie di trattamento.
Qualche dato
- In Italia circa 37.000 pazienti vivono con carcinoma mammario metastatico
- Il 6-7% dei casi si presentano metastatici già alla diagnosi (circa 3.900 casi l’anno di neoplasia al seno)
Grazie ai progressi diagnostico-terapeutici, alla disponibilità di nuovi farmaci antitumorali e all’integrazione delle terapie sistemiche (che interessano cioè tutto l’organismo) con le terapie locali, ad oggi, la malattia metastatica è non guaribile ma sicuramente curabile. Le terapie mirate di ultima generazione sono in grado di controllare, rallentare o cronicizzare la progressione della malattia, con un incremento della prospettiva di vita.
Differenti tipi di tumore
Il tumore al seno è diverso in ogni persona. L’indagine necessaria per definire la tipologia di tumore è la biopsia, ossia il prelievo di un frammento di tessuto tumorale dalla sede primitiva, in questo caso il seno, o dalle metastasi (organi a distanza). In base all’espressione di specifiche proteine presenti sulla superficie delle cellule, il tumore può essere suddiviso in diversi sottotipi e la scelta del trattamento si basa principalmente su alcuni parametri biologici del tumore.
Esistono:
- Tumori recettori ormonali positivi, detti anche tumori luminali o ormonoresponsivi (indicati con la sigla HR+): le cellule tumorali esprimono i recettori per gli ormoni sessuali femminili quali estrogeno (ER) e progesterone (PgR), si “nutrono” quindi dei suddetti ormoni per crescere. Il tumore luminale può esprimere o solo uno o entrambi i recettori per gli ormoni sessuali femminili, pertanto ne basta uno per essere definito tale.
- Tumori HER2 positivi (indicati con la sigla HER2+): esprimono elevati livelli del recettore HER2, una proteina che normalmente è coinvolta nella crescita delle cellule che, in questi casi, “nutre” le cellule tumorali. Questi tipi di tumore possono sia esprimere i recettori degli ormoni sessuali estrogeno e progesterone, ed essere quindi definiti tumori HER2+ e HR+ (ovvero luminali), oppure possono non esprimere i recettori degli ormoni sessuali e quindi essere definiti tumori HER2 + e HR- (ovvero non luminali).
- Tumori Triplo Negativi (spesso indicato con la sigla TNBC): diversi tipi di tumore appartengono a questa categoria e sono tutti caratterizzati dall'espressione ridottissima o del tutto assente delle proteine ER, PgR ed HER2 nelle cellule tumorali. Questo tipo di tumori sfrutta quindi altre modalità di proliferazione. Si stima che il 10-15% dei casi di tumore al seno sia triplo negativo.
Le terapie
Come anticipato, il tumore metastatico del seno è oggi una patologia ancora non guaribile, perché le metastasi tendono a ripresentarsi, ma è curabile. La malattia può essere, infatti, controllata con i farmaci, ritardata, cronicizzata e in alcuni casi può temporaneamente scomparire aumentando la prospettiva di vita delle pazienti e riducendo quindi i sintomi, migliorando la qualità della vita. La ricerca è in continua evoluzione e le terapie sono oggi sempre più personalizzate ed efficaci. Le pazienti con tumore metastatico del seno possono, infatti, rispetto al passato, convivere con la patologia per molti anni.
Le terapie di seguito elencate vengono definite terapie farmacologiche sistemiche in quanto interessano tutto l’organismo e vengono somministrate per via orale, sottocutanea, intramuscolare ed endovenosa. Le cure hanno come obiettivo di impedire la proliferazione delle cellule tumorali in altri organi e di ridurre le masse metastatiche. La scelta della terapia, o delle terapie, dipende da numerosi fattori: l’esito della biopsia, le terapie precedenti e lo stato di salute psicofisico della paziente.
- Chemioterapia: esistono molteplici tipologie di chemioterapici che vengono scelti in base alla tipologia di tumore al seno e alle condizioni cliniche della paziente. In alcuni casi i chemioterapici sono somministrati singolarmente (monochemioterapia), in altri casi vengono somministrati in combinazione (polichemioterapia). La chemioterapia viene normalmente eseguita a cicli intervallati da periodi di pausa, la somministrazione può avvenire per via endovenosa (per infusione) o per via orale;
- Ormonoterapia o terapia endocrina: in alcuni casi di tumori della mammella ormonoresponsivi (HR+), le cui cellule esprimono i recettori per estrogeno (ER) e/o progesterone (PgR), può essere proposto un trattamento endocrino, consistente sia in compresse (es. inibitori delle aromatasi) che in iniezioni;
- Terapie a bersaglio molecolare (target therapy), anche conosciute con il nome di terapie mirate e terapie biologiche, così chiamate in quanto permettono di intervenire su specifiche proteine espresse dal tumore non intaccando, al contrario della chemioterapia, le cellule sane. Queste terapie sono solitamente costituite da anticorpi monoclonali rivolti contro le seguenti proteine: proteina HER2, proteine chinasi ciclina-dipendenti (CDK), proteina mTOR, il fattore di crescita dell’endotelio vascolare (VEGF – che blocca la formazione di vasi sanguigni nel tumore e quindi il nutrimento dello stesso), le proteine PARP (i farmaci che inibiscono le proteine PARP sono particolarmente efficaci nelle donne con tumore metastatico con mutazione dei geni BRCA1 o BRCA2), proteina Trop-2. Oggi i bersagli, quindi le mutazioni, possono essere ricercate anche sulla biopsia liquida, cioè con un prelievo di sangue in cui si identificano mutazioni come quelle di ESR1, la cui presenza indica resistenza al trattamento ormonoterapico. Circa il 40% di tutti i tumori ER+/HER2- avanzato o metastatico presentano delle mutazioni del ESR1; per questo sottogruppo di casi, sono state messe a punto nuove terapie target.
Nel contesto delle terapie a bersaglio molecolare una nuova arma terapeutica è rappresentata dagli ADC. Gli ADC (Anticorpi Farmacoconiugati) sono farmaci che combinano un anticorpo con un farmaco chemioterapico. Si comportano come un cavallo di Troia, infatti l'anticorpo si lega specificamente alle cellule tumorali, permettendo alla chemioterapia di essere liberata solo nelle cellule tumorali colpendole in modo mirato senza danneggiare troppo le cellule sane;
- Immunoterapia: questa terapia stimola il sistema immunitario del paziente e lo educa a riconoscere le cellule tumorali e a distruggerle. Di recente questo tipo di trattamento può essere proposto in caso di tumore della mammella triplo negativo sia in fase metastatica che nella patologia localmente avanzata (trattamento neoadiuvante/adiuvante).
Alle terapie farmacologiche sistemiche elencate possono essere associate altre strategie terapeutiche:
- Terapie locali: si tratta di terapie che hanno come obiettivo il controllo locale della malattia, rientrano in questa categoria di trattamenti la radioterapia e la chirurgia. La prima può essere impiegata per trattare il dolore provocato da metastasi ossee e in alcuni casi anche per prevenire o trattare le fratture ossee. La radioterapia è anche indicata nel trattamento delle metastasi cerebrali. La chirurgia nell’ambito di una malattia metastatica ha una limitata applicazione: si interviene chirurgicamente per eliminare il tessuto tumorale o le metastasi che provocano dolore, ulcerazione, sanguinamento al paziente o che impediscono agli organi di funzionare correttamente;
- Terapie palliative: rappresentano le cure volte ad alleviare i sintomi fisici e psicologici associati alla malattia e al suo decorso per garantire la migliore qualità della vita del paziente, della famiglia e delle persone vicine. Il personale sanitario coinvolto (medici, infermieri, OSS, psicologici, terapisti occupazionali, fisioterapisti) ma anche professionisti del mondo spirituale, legale e sociale hanno come obiettivo quello di dare sollievo al paziente in primis e alle persone vicine in un’ottica olistica e multidisciplinare.
Studi clinici
Gli studi clinici sono delle ricerche condotte da Università, aziende farmaceutiche o istituti di ricerca volte a indagare nuove terapie o nuovi utilizzi di trattamenti già esistenti. È possibile partecipare a uno studio clinico ma è importante essere consapevoli di tutto ciò che comporta la partecipazione allo stesso.
Anzitutto, il medico deve verificare se si è idonei allo studio sulla base di determinati criteri che vengono chiamati criteri di inclusione e di esclusione, quali: l’età, il sesso, il tipo di patologia, il suo stadio e anche valutazioni di altre condizioni mediche e psicologiche. Solo successivamente si potrà prendere parte allo studio e avere quindi accesso a un trattamento che altrimenti non sarebbe disponibile.
Nel sito dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) è possibile cercare gli studi clinici in Italia in base alla propria patologia. Di seguito il link: https://studiclinici.aiom.it/studi-clinici/1,108,1.
Fondazione IncontraDonna e il Tumore Metastatico del Seno
Il 13 ottobre 2020 è stata riconosciuta a livello istituzionale, dal Ministero della Salute e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Giornata Nazionale del Tumore Metastatico della Mammella assegnando al tema importanza prioritaria in termini di assistenza e di supporto. Questo è stato possibile grazie all’azione congiunta di associazioni di pazienti di cui IncontraDonna è stata capofila.
Riguardo il tumore metastatico della mammella (MBC) spesso viene denunciata una mancata e corretta informazione e scarsa comunicazione: se ne parla, infatti, “poco e non volentieri”. Le numerose campagne di comunicazione finora realizzate si sono concentrate sulla maggioranza delle donne con cancro al seno non metastatico che arrivano a guarigione: per tale ragione spesso le pazienti metastatiche denunciano di essere lasciate “sole” in un overload di informazioni poco chiare, confuse e non confortanti.
Fondazione IncontraDonna nel 2020 lancia dunque la campagna “Sono una donna con carcinoma #metastabile” che si propone di promuovere un cambio di prospettiva e di paradigma diffondendo informazioni corrette sul tumore del seno metastatico ed enfatizzando il concetto che: il tumore metastatico della mammella è una malattia curabile sebbene non ancora guaribile. Al tempo stesso la campagna si prefigge l’obiettivo di sensibilizzare le Istituzioni affinché si impegnino ulteriormente nel rispondere ai bisogni specifici delle Donne con tumore metastatico del seno.
Il 14 ottobre 2024 si svolge la quarta edizione della campagna che quest’anno prende il nome di Officina #Metastabile presso la sede di AGENAS. Perché Officina? Perché non si tratta di un evento, ma di un "avvio ai lavori" in cui l’attività dei principali stakeholder del Sistema Salute è volta a soddisfare gli unmet needs delle pazienti.
Donne con esperienza di MBC (Metastatic Breast Cancer), rappresentanti delle Istituzioni e clinici affrontano in modo diretto e costruttivo la necessità sentita da anni di un PDTA dedicato alle donne con tumore metastatico del seno. In particolare, si parte dalla ricostruzione dello status quo dei percorsi di cura e assistenza delle persone con carcinoma mammario metastatico, in termini organizzativi, indagando in quali realtà sia stato redatto e approvato un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) dedicato al carcinoma mammario metastatico e sulla effettiva implementazione dello stesso, l’aderenza alle raccomandazioni delle società scientifiche del settore e, soprattutto, il percepito delle pazienti.
Arricchisce, infatti, il lavoro una indagine di primo livello eseguita mediante interviste dirette a donne che hanno avuto esperienza di MBC (Metastatic Breast Cancer) e clinici che quotidianamente seguono questa patologia.
Se sei interessato ad approfondire l’argomento clicca sui seguenti link: Carcinoma Mammario Metastatico di Fondazione AIOM e su Cancro della Mammella: Guida per la Paziente di ESMO e scarica i documenti.