EPIDEMIOLOGIA

Circa il 90% dei carcinomi della mammella ha un'origine multifattoriale (stile di vita, alimentazione, ormoni, casualità) e non è riconducibile ad una storia familiare.

 

Circa il 10% dei carcinoma della mammella è legato ad una mutazione genetica (BRCa1 e 2) che può essere ereditata. Se nel proprio nucleo familiare si sono verificati più casi di carcinoma della mammella e/o dell'ovaio è opportuno eseguire una consulenza (counseling) genetico per valutare se è necessario eseguire il test genetico per i geni BRCA 1 e 2. Il counseling genetico ha la finalità di far comprendere ai membri di un nucleo familiare ciò che viene loro proposto, potendo scegliere autonomamente l'eventuale percorso di prevenzione e cura più appropriato ed efficace.

Il test genetico viene eseguito sul soggetto affetto da carcinoma; se la mutazione viene riscontrata il test verrà proposto agli altri membri della famiglia, qualora consenzienti.

RICORDA: si eredita il rischio di carcinoma e non il carcinoma.

In caso di mutazioni del gene BRCA1 o 2 gli interventi chirurgici profilattici (mastectomia bilaterale e salpingo-ovariectomia) riducono di oltre il 90% il rischio che un tumore mammario o ovarico si possa sviluppare.

Possibili alternative sono la farmacoprevenzione (al momento un reale beneficio non è confermato) e la sorveglianza che prevede l'esecuzione periodica di ecografia mammaria, mammografia, risonanza magnetica con mezzo di contrasto ed ecografia stransvaginale.

I programmi di sorveglianza sono stabiliti nelle diverse Regioni mediante un PDTA dedicato (Percorso Diagnostico Terapuetico Assistenaziale). 

Né la chemioprevenzione, né la sorveglianza possono evitare l'insorgenza del tumore, pertanto NON SONO SOSTITUTIVI degli interventi chirurgici eseguiti per profilassi.

Oltre al gene BRCA 1 e 2 sono note oggi altre mutazioni. Il genetista potrà proporre ulteriori approfondimenti laddove ritenuti necessari.