'Survivor, vittoria, sconfitta', anche 'guerra e guerriere' le parole che alcune pazienti oncologiche non vorrebbero leggere piu' quando si parla di loro.
Lo hanno detto le donne intervenute all'incontro promosso come ogni mese da IncontraDonna onlus, questa volta dedicato a notizie in sanita', dal titolo 'Come orientarsi in un mare di notizie' che si e' tenuto sabato all'Ordine dei medici di Roma.

Non solo parole, ma anche immagini. "Basta volti emaciati, con foulard e sguardi depressi" ha detto una ragazza che prende la parola. Le persone che sono in terapia per un tumore vivono, lavorano, vanno avanti. "Ecco- ha raccontato una giovane che e' in trattamento per un tumore al seno- io ho ripreso a lavorare, sto rientrando". E una maestra della scuola dell'infanzia, metastatica da tre anni, ha detto: "Continuo ad andare a scuola,  stare con i bambini, ho il busto per via delle metastasi ossee, ma vado avanti".

Si e' parlato di informazione in ambito medico, di come orientarsi tra sensazionalismo mediatico, fake news, social media e di come i medici debbano approcciare pazienti che arrivano da loro, portando quasi sempre, insieme alle cartelle degli esami, una ricerca autodidatta sul web. Lo ha spiegato Carlo Capalbo, oncologo dell'ospedale Sant'Andrea di Roma, che ha affrontato gli argomenti oggi piu' alla ribalta sulla stampa come immunoterapia, protocolli sperimentali tra Usa e Italia, ma anche quello che e' assente sui giornali ovvero le patologie oncologiche negli anziani.


Non e' mancato il caso Jolie, come la stampa italiana ne abbia parlato e gli effetti che ha generato. A parlare di come nasce una notizia, di comunicati stampa e vita di redazione, di deontologia e a citare alcuni 'titoli' e i loro trucchi di composizione c'era, per l'agenzia di stampa Dire, Silvia Mari, giornalista del nuovo notiziario DireDonne che dalla rassegna stampa degli ultimi mesi ha analizzato alcuni argomenti, storie e articoli di casi 'paradigmatici'.