Parte dall'Italia, da un'iniziativa dell'associazione IncontraDonna onlus, un progetto europeo che coinvolge 5 nazioni. Obiettivo: mettere a punto un protocollo che utilizza gli strumenti della danza per aiutare le donne a recuperare fiducia nel proprio corpo e in se stesse. Con due trainer d'eccezione: Carolyn Smith e Samuel Peron.

di TIZIANA MORICONI

Fonte http://www.repubblica.it/oncologia/qualita-di-vita/2018/04/27/news/dancing_with_health_quando_la_danza_diventa_cura-194923111/

È una questione fisica, ma anche di testa. Dopo un tumore al seno, dopo l'intervento, la radioterapia, la chemio e le altre cure farmacologiche, il corpo cambia: non risponde più come prima, non è affidabile. Non ha più la stessa coordinazione, lo stesso equilibrio e la stessa postura. A causa delle terapie che colpiscono i nervi, mani e piedi possono perdere parte della loro sensibilità e della forza. Dall'altro lato c'è la mente, che può non riconoscere l'immagine allo specchio, che fatica a recuperare la fiducia, la confidenza, la sicurezza.

LEZIONE DI DANZA, LEZIONE DI VITA
“Anche ballare è una questione sia fisica che mentale”. Carolyn Smith, che balla da quando aveva 4 anni, insegna danza da oltre 30 e sta affrontando ora il suo secondo tumore la seno, sa di cosa parla: “So bene che la danza può aiutare ad affrontare qualsiasi momento. E mi ha aiutato moltissimo sia psicologicamente sia a riappropriarmi del mio corpo. Quindi perché non provare a utilizzarla come uno strumento per aiutare anche le altre donne?”

Parte da qui e dall'incontro con Adriana Bonifacino, oncologa senologa dell'Ospedale Sant'Andrea di Roma e presidente dell'associazione IncontraDonna onlus, un progetto europeo unico nel suo genere, che mira a mettere a punto un vero e proprio protocollo e a formare trainer esperti nella riabilitazione fisica. Con l'obiettivo di permettere alle donne che hanno avuto un tumore al seno di recuperare la positività e la fiducia nel proprio corpo.

SI PARTE DALLE EVIDENZE SCIENTIFICHE
“Ci sono ormai molte pubblicazioni scientifiche che dimostrano come l'attività fisica porti grandi benefici alle donne operate, e non solo per quello che riguarda strettamente il recupero della parte colpita: migliora anche la risposta alle terapie, aiuta ad avere un maggior controllo del corpo e delle emozioni”, spiega Bonifacino. “Per esperienza, credo poi che le donne che hanno affrontato il tumore al seno, in qualsiasi paese vivano e pur con le loro differenze territoriali, siano legate da un fil rouge. Per questo ho pensato che il progetto dovesse avere una valenza internazionale, e ho cercato un fondo europeo per finanziarlo”.

DANCING WITH HEALTH: IL PROGETTO
Il progetto ora ha un nome – Dancing with Health – ed è realtà, grazie a un co-finanziamento del programma Erasmus + Sport dell'Unione europea. Partirà ufficialmente l'8 giugno, dopo un lungo lavoro di preparazione, durato due anni. “Abbiamo coinvolto sei partner”, continua l'oncologa: “L'Università Foro Italico di Roma per l'Italia, che è anche coordinatore, l'Istituto europeo per lo sviluppo socio-economico – Ises, che fornisce il supporto amministrativo e logistico, e altre quattro organizzazioni e associazioni in Bulgaria, Lituania, Regno Unito e Paesi Bassi, che partecipano attraverso il dipartimento di oncologia dell'ospedale universitario di Utrecht. Tra una settimana, sarà lanciato anche il sito, dancing-health.eu”.

 

Carolyn Smith e Samuel Peron, anche lui ballerino e volto noto dello spettacolo, stanno mettendo a punto il protocollo e formeranno i futuri trainer di tutte e 5 le nazioni coinvolte: tre per ciascun paese, di cui due ballerini e un preparatore atletico. “Da quando abbiamo aperto il bando sono arrivate moltissime richieste e c'è stato un lungo lavoro di selezione”, dice Bonifacino. “Per quanto riguarda le pazienti, in questa prima fase saranno 12 per nazione. Non abbiamo posto limiti per il tipo di intervento e cura, ma è necessario che abbiano avuto il tumore da non più di tre anni, per poter valutare l'efficacia di questo approccio. In tutto, il programma durerà due anni e mezzo, alla fine dei quali sarà prodotto un documento, per rendere il protocollo fruibile a tutti. La nostra intenzione è di dare continuità al progetto, facendo in modo che i trainer ne formino altri a loro volta e che abbia una ricaduta in ciascun paese”.

PASSO DOPO PASSO
“Il nostro compito è soprattutto quello di insegnare come aiutare le donne che hanno avuto il tumore al seno”, spiega Carolyn: “Non si può semplicemente pensare di fare danza-terapia senza considerare a chi la si sta insegnando e quali sono le sue problematiche. Io stessa, dopo la mastectomia, pensavo di morire al pensiero che qualcuno potesse toccarmi. E ho dovuto re-imparare a controllare il corpo, perché non rispondeva più ai miei comandi. Non solo: vedevo la parte mancante anche quando avevo la protesi. Bisogna quindi usare l'approccio giusto, fare un passo alla volta, per ritrovare la sensazione di essere una donna completa anche quando manca un pezzo”.

Il protocollo prevede che all'inizio non vi sia alcun contatto fisico con altre persone: “Si impareranno gli esercizi per recuperare la sensibilità di piedi e mani, per ritrovare la coordinazione, per sentire il corpo e non non avere più timore di guardarsi allo specchio o di mettere una mano sul proprio seno”, continua Carolyn: “Bisogna rallentare, pensare a cosa si deve fare, riscoprire la meccanica del corpo. Prima impariamo a non cadere, poi a ritrovare la femminilità che magari si crede di aver perso. L'obiettivo è cambiare il modo di vedersi. Basta davvero poco: se cambia lo sguardo su noi stesse, cambia tutto”.