Caso Jolie, gli esperti: mastectomia preventiva è una delle opzioni

«Casi come il suo riguardano meno del 10% delle pazienti che affrontano un tumore del seno. Si tratta di quelle donne che hanno una forte familiarità e che, sottoponendosi a un test genetico, scoprono di avere delle mutazioni al gene Brca1 o Brca2».  Lo sottolinea Riccardo Masetti, direttore del Centro di senologia del Policlinico Gemelli di Roma e presidente della Komen Italia, commentando la rivelazione di Angelina Jolie di essersi sottoposta a una duplice mastectomia preventiva per ridurre il rischio di cancro al seno. «Quando si riscontrano queste anomalie in questi geni, il rischio di sviluppo di un tumore del seno aumenta fino all'80%» aggiunge Masetti. «In questi casi» sottolinea  Egidio Riggio, specialista in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica e microchirurgia presso l'Istituto nazionale tumori di Milano «si parla di tumori ereditari e il rischio interessa la mammella e l'ovaio pertanto si dovrebbe affrontare anche un'annessiectomia, ovvero l'asportazione delle ovaie». Invita alla cautela Umberto Veronesi, direttore scientifico dell’Istituto europeo di oncologia (Ieo): «È sicuramente una situazione complessa, e il discorso è diverso per ogni singola donna. Però, se la condizione di rischio per il tumore non genera un'ansia eccessiva, e non trasforma quindi la vita di tutti i giorni in una non-vita, allora obiettivamente ci sono più vantaggi a fare controlli ogni sei mesi, e scoprire l'eventuale tumore in epoca precocissima, quando le possibilità di guarigione sono del 98%». Il professore ha inoltre ricordato che, nonostante tutto, «la mastectomia radicale non annulla completamente il rischio di tumore, che rimane intorno al 5% anche dopo l'intervento di rimozione». Della stessa opinione Riggio, che ha ricordato come «per le donne a rischio ereditario, la chirurgia preventiva non deve rappresentare una scelta obbligata ma va serenamente ponderata rispetto alla decisione di eseguire per tutta la durata della vita, uno stretto monitoraggio strumentale degli organi a rischio. È doveroso precisare che il percorso che conduce a un intervento profilattico al seno è basato su indagini genetiche e test ematici, e non solo sulla storia familiare di una madre o di una sorella con carcinoma mammario».