Luciano Mariani  Responsabile HPV-UNIT
Istituto Nazionale Tumori Regina Elena - Roma

Luciano Mariani  Responsabile HPV-UNIT
Istituto Nazionale Tumori Regina Elena - Roma

L’HPV è un virus molto diffuso che si trasmette prevalentemente attraverso i rapporti sessuali e che colpisce uomini e donne. Esistono oltre 120 diversi tipi di HPV, ognuno identificato da un numero. L’infezione da HPV non presenta sintomi, cioè chi è infetto non sa di esserlo, ed è proprio per questo motivo che è estremamente diffuso e la trasmissione da una persona all’altra è difficilmente prevenibile. Nella maggior parte dei casi l’infezione regredisce spontaneamente senza provocare alcuna conseguenza, ma altre volte invece è causa  di alcune patologie. Quellapiù diffusa èla condilomatosi genitale.E’ una patologia non tumorale, che colpisce entrambi i sessi, ed è causata dall’infezione di HPV a basso-rischio (HPV 6 ed 11). I condilomi si presentano generalmente come delle proliferazioni sugli organi genitali e condizionano pesantemente la vita di coppia e di relazione. Il loro trattamento è fastidioso, talvolta decisamentedoloroso,e spesso ripetuto a causa dell’elevata recidività. Infatti, nonostante i trattamenti proposti, usualmente la laserterapia, o l’applicazione locale sotto controllo medico di alcune sostanze, questa malattia nel 30% dei casi si ripresenta. La maggior parte di questi pazienti sono giovani (18-25 anni), ma la condilomatosi è facilmente riscontrabile anche in età più avanzate.
Altri tipi virali (definiti non a caso ad alto-rischio, i cui principali sono l’PV 16 ed il 18) sono responsabili di ben altre patologie:tutti i tumori del collo dell’utero, una buona parte dei tumori della vulva della vagina, dell’ano, del pene e di alcuni tumori orofaringei (ed anche in quest’ultimo caso senza distinzione di sesso).Stiamo cioè parlando di alcuni virus con potenzialità davvero importanti ed è il motivo per cui, dopo il fumo di sigaretta, questi tipi di HPV sono considerati i maggiormente pericolosi sotto il profilo oncologico.
Sia ben chiara una cosa, però: non tutte le infezioni da virus ad alto-rischio sfociano in cancro del collo dell’utero!! Ci mancherebbe altro, anche perché le infezioni statisticamente più frequenti sono proprio queste. Eppure, tutti i cancri del collo dell’utero sono associati a questo virus. Detto con altre parole, raramente le infezioni da HPV ad alto-rischio portano al cancro del collo dell’utero, ma il 100% di questi ultimi si sviluppa dal virus. Per le altre sedi anatomiche sopra descritte l’HPV non è la causa necessaria, ma è coinvolto in una percentuale variabile dal 40 al 90% dei casi.
Ma gli effetti di questo virus forse non si fermano ancora qui. Studi sperimentali, e che necessitano però di ulteriori conferme,sembrano assegnare un ruolo all’HPV nella sterilità di coppia. Uno studio italianoha dimostrato che in coppie sottoposte a fecondazione assistita l’abortivitàè 4 volte superiore laddove l’uomo è portatore di HPV.Ma questo è un aspetto ancora lontano dall’essere dimostrato a pieno, e su cui è necessaria la massima prudenza divulgativa. Comunque è indiscutibile chel’HPV è un problema che riguarda non solo la donna e l’uomo, presi singolarmente come individui, ma coinvolge la coppia.
Allora emerge la domanda: come proteggersi? Sappiamo, per esempio, che il preservativo (che pur rimane un presìdio fondamentale, specie nei giovani con alta promiscuità sessuale) offre solo una protezione parziale dall’HPV. Ma un mezzo efficace per prevenire le malattie da HPV c’è, ed è la vaccinazione.Esistono due vaccini in commercio: un vaccino bivalente, che protegge da dall’HPV 16 e 18, ed un vaccino quadrivalente che protegge da 4 tipi di HPV(6, 11,16 e 18).Entrambi i vaccini sono indicati per la protezione nei confronti del cancro del collo dell’utero, ma ilquadrivalente è indicato anche per la prevenzione delle lesioni pre-tumorali della vulva e della vagina, e per la prevenzione dei condilomi genitali.
I vaccini si sono dimostrati efficaci e ben tollerati sia nelle sperimentazioni prima della messa in commercio, ma anche dopo l’inizio dei programmi nazionali di vaccinazione. Basti considerare che, al momento attuale, nel mondo, sono state erogate più di 100 milioni di dosi di vaccino.In Italia la vaccinazione HPV è offerta gratuitamente alle ragazze di 12 anni. Inoltre, per favorire l’accesso anche alle donne che rientrano nelle indicazioni, ma non nell’offerta gratuita, in molte regioni è stato attivato il social-price, ovvero la possibilità di ottenere la vaccinazione presso le Asl ad un prezzo di gran lunga inferiore rispetto a quello applicato in farmacia. Per i maschi, ad oggi il social-price è attivo solo in alcune regioni.
Inoltre, gli studi clinici confermano l’efficacia della vaccinazione anche dopo il debutto sessuale e in età decisamente più adulta. In effetti è possibile vaccinarci con il vaccino quadrivalente anche fino a 45 anni, ad un prezzo sociale. Comunque sia, in tutte le vaccinate deve essere ben chiaro che sarà necessario continuare a seguire con regolarità le scadenze dello screening per la prevenzione del cancro del collo dell’utero.
Infine va ricordata la possibilità di vaccinazione anche per il maschio fino a 26 anni, al medesimo prezzo sociale. Il razionale sta nel fornire, anche all’uomo, le chance di prevenzione offerte alla donna, per proteggersi dal cancro dell’ano e dalle altre patologie sopra descritte e che colpiscono anche il sesso maschile. Inoltre, la vaccinazione del maschio potrà diminuire la quota virale di trasmissione ai rispettivi partner. Insomma, si innesca un circolo virtuoso.
Ed è proprio per questo motivo che l’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena ha istituito un team di specialisti (sotto la sigla di HPV-UNIT) con l’obiettivo di dare risposte concrete alla popolazione (uomini e donne) che si vogliano avere notizie, fare diagnosi e terapia, oppure proteggersi dall’HPV mediante vaccinazione.