Articolo pubblicato su www.regioni.it

 

Tema affrontato nel corso del convegno "Soprattutto donna!" organizzato da Farmindustria

(Regioni.it 3339 - 08/03/2018) Il caregiving familiare in Italia e' soprattutto nelle mani delle donne, che avvertono tutto il peso e che si trovano a dove bilanciare questo impegno con le proprie necessità, i propri interessi e le proprie aspirazioni. Per quasi nove donne su dieci questa è una realta' quotidiana e per 1 su 5 si tratta di un impegno sentito come gravoso, poiché alto è il livello di coinvolgimento. E' quanto emerge da una ricerca Ipsos presentata nel corso dell'iniziativa di Farmindustria "Soprattutto Donna! Valore e tutela del caregiver familiare".  "In questa giornata allargheremo lo sguardo ai prestatori volontari di cura nelle famiglie o comunque nel contesto di relazioni affettive, per concorrere a dare loro visibilità sostegno e tutela", ha spiegato Enrica Giorgetti, direttore generale Farmindustria. "Con l'allungamento della vita media e con la cronicizzazione di malattie solo pochi anni fa non curabili, il bisogno di cura si allarga in modo esponenziale. E il numero di caregivers aumenta sempre di più. Ecco perché esse meritano l'attenzione dei decisori istituzionali per la straordinaria funzione sussidiaria che svolgono e per gli elevati prezzi che pagano in termini di qualita' della vita", ha aggiunto.
Non a caso la legge di bilancio ha affrontato il tema dei caregiver, prevedendo precisi interventi e risorse: sono stati infatti stanziati 20 milioni per questo obiettivo specifico (cfr. anche il quadro sinottico curato dalla segreteria della Conferenza delle Regioni) .
L'evento moderato dalla giornalista Daniela Vergara si e' dipanato in tre sessioni principali e quattro testimonianze. Il primo quadro 'Formare all'appropriatezza delle cure: la necessita' di un'alleanza terapeutica' ha visto confrontarsi: Mario Melazzini direttore generale Aifa; Silvestro Scotti segretario generale Fimmg; Giampietro Chiamenti, presidente Fimp e Adriana Bonifacino, presidente di IncontraDonna onlus.  "Quello che come associazione chiediamo alla politica e alle societa' scientifiche - ha dichiarato Bonifacino - è un impegno a formare i giovani medici a riconoscere l'importanza della figura del caregiver ed evidenziare le difficoltàche vivono, all'altra parte a stimolare le associazioni a lavorare insieme per dare nuovi strumenti e conoscenza alle stesse cregiver".
'Il welfare necessario per sostenere una polazione che invecchia' ha visto al centro del dibattito: Emilia Grazia De Biasi, presidente commissione Igiene e sanita' del Senato, Maria Rizzotti, vicepresidente della stessa commissione, Nunzia Catalfo, vicepresidente commissione Lavoro al Senato, e Sergio Venturi, assessore alle Politiche per la salute Emlia-Romagna. L'Assessore Venturi (che è anche coordinatore vicario della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni) si è soffermato sulle azioni per il welfare, ormai imprescindibili per sostenere una popolazione che invecchia. Venturi ha illustrato le diverse iniziative che la Regione Emilia-Romagna ha intrapreso per la cura delle persone anziane e disabili, sottolineando che la sua Regione ha stanziato 498 mln per tali obiettivi, un finanziamento che è sostanzialnente pari all'intero Fondo Nazionale per le non autosufficienze (500 milioni).
"Le donne oggi sono sempre piu' delle superdonne ha esordito Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria intervenuto all'interno della tavola rotonda 'La centralità della persona e l tempo che non c'e': come conciliare vita, lavoro e cura. Le donne oggi sono manager delle loro famiglie, ed è vero che tiamo diventando un paese di anziani. Bisogna quindi valorizzare il ruolo che la donna svolge, e Farmindustria e' un'azienda al femminile: gran parte delle nostre ricercatrici, infatti, sono donne. Per cui per me la ricerca e' donna" ha concluso il residente di Farmindustria.
L'evento si e' chiuso con il Premio Farmindustria consegnato al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, alle associazioni 'non profit' che piu' si sono distante e che offrono anche assistenza domiciliare: 'Samot' onlus, che assiste i malati oncologici; 'Anffas' onlus di Ostia, che sostiene le persone affette da disabilita' da autismo; 'Viva la vita' onlus, che aiuta i malati di Sla. E a far parte della giuria che ha assegnato il Premio Farmindustria al "non profit che offre assistenza domiciliare" è stata chiamata la Vice Presidente della Regione Basilicata, Flavia Franconi, esperta  in medicina di genere.
Secondo la ricerca Ipsos, condotta su un campione di 800 donne adulte,  sul ruolo della donna come protagonista e influencer nel caregiving, si evince che soltanto il 14% delle italiane, dai 18 anni in su, il coinvolgimento come care giver e' nullo o quasi, mentre per il restante 86%, con diversi gradi di intensita', è un esercizio quotidiano. "Queste donne sono sostenute dall'amore e dall'attitudine al dono - ha aggiunto Giorgetti -, ma abbiamo ildovere di integrare la loro forza vitale con politiche pubbliche che le considerino parte essenziale delle reti socio-sanitarie". Sempre secondo i dati della ricerca commissionata per Farmindustria le necessita' familiari che ruotano intorno alla sfera della salute sono in elevata competenza delle donne, che sono presenti al momento della prevenzione, 66%, vegliano sul percorso terapeutico, 65%, sono l'interlocutore privilegiato del medico nella fase della diagnosi, 58%, e della terapia, 59%. Tale incombenza e' ancora piu' intensa quando si tratta della salute dei bambini: la donna delega una ristrettissima minoranza di casi al proprio partner la cura, 6% e l'interlocuzione con il pediatra, 5%. La donna e' autonoma anche quando ha bisogno di cure: nel 46% dei casi di problemi lievi di salute  e nel 29% degli eventi più gravi, la donna fa da sé.
Siamo di fronte, ha detto il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ad "Una società profondamente cambiata, con organizzazione della città, dei servizi, dei tempi del lavoro completamente diversi rispetto a qualche anno fa. E una popolazione che invecchia sempre di più. In questa nostra realtà i caregiver, soprattutto donne, si occupano della salute dei loro familiari, ma anche la loro salute va tutelata. Oggi le donne si ammalano più di prima - ha ricordato - sono più trascurate, hanno stili di vita non corretti. Il nostro obiettivo è aiutare le donne che si occupano degli altri, che sono all'interno di un processo lavorativo a conciliare tutto questo con la cura degli anziani e dei figli". Per farlo, ha spiegato, è necessario immaginare un nuovo welfare che però "richiede più risorse". Perciò bisogna puntare ad "aumentare il numero di giovani, aumentare la platea di lavoratori in modo tale che se tutti lavorano e soprattutto se lavorano le donne possiamo sostenere questo nuovo welfare che richiede più risorse. E' una strada complessa ma è l'unica che abbiamo per ricominciare a crescere in termini di numeri e natalità ma anche per iniziare a immaginare di prenderci cura delle persone anziane".  Ma, ha avvertito, "non si può fare questo se si pensa di lasciare tutto il carico di assistenza in capo alle donne. Non solo è ingiusto: è anche impossibile". "Come ministro della Salute penso  che dobbiamo lavorare sulle Regioni, perché venga aumentata l'assistenza psichiatrica e psicologica nelle reti territoriali.  Bisogna attivare degli 'anticorpi' non solo della giustizia, ma anche  della salute mentale". A dirlo Beatrice Lorenzin, titolare del  dicastero di Lungotevere Ripa. Parlando dell'8 marzo, Lorenzin ha  evidenziato: "Ci sarebbe piaciuto non avere bisogno di questa  giornata. I numeri delle donne che vengono uccise ogni giorno sono  numeri da bollettini di guerra. E le donne morte - ribadisce - sono solo la punta di un iceberg,  fatto di donne che ogni giorno vivono in un contesto veramente molto  complesso. Oggi essere una donna impegnata vuol dire occuparsi delle  altre donne, nella società, nel modo di vivere, nel nostro impegno  quotidiano. Bisogna farlo insieme agli uomini, di cui abbiamo bisogno  e che devono essere protagonisti di questa guerra. Bisogna ricostruire un clima di rispetto dell'altro partendo dai bambini piccoli, dobbiamo capire quello che sta succedendo nella società, perché c'è tutta  questa violenza, disinnescarla e costruire delle reti sociali". Secondo Lorenzin, infine, "si deve denunciare: quando sentiamo le  urla, spesso c'è una famiglia sola isolata che soffre. Spero che l'8  marzo sia la giornata delle donne che vogliono riscattarsi e guardano  al futuro con energia".