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Mammella

Ultimo aggiornamento:
18 Settembre 2025

Tempo di lettura:
12 minuti

Di: ADRIANA BONIFACINO

Immagine di copertina del vademecum

Mammella

Il tumore della mammella è una formazione di tessuto costituito da cellule che crescono in modo incontrollato e anomalo all’interno della ghiandola mammaria. I diversi stadi di malattia, da I a IV, sono relazionati all’interessamento della sola ghiandola mammaria, dei tessuti circostanti, dei tessuti di altre parti del corpo.
La diagnosi precoce è la forma più efficace di prevenzione per il tumore del seno.

Stili di vita!

Per rimanere in salute ci sono due alleati fondamentali e sicuramente efficaci: alimentazione e attività fisica. Molteplici studi scientifici ci confermano che questi vanno considerati dei “farmaci” da utilizzare in prevenzione, durante e dopo le cure. Adottando corretti stili di vita potremmo evitare in generale il 40% delle malattie oncologiche. (AIOM. I numeri del cancro 2024)

Il modello di salute pubblica Screening Mammografico prevede, per le donne di 45/50-69/74 anni, l’esecuzione di una mammografia gratuita ogni due anni, con chiamata della ASL di riferimento (in alcune Regioni, come l’Emilia Romagna e la Toscana, la mammografia viene offerta tra i 45 e 49 anni con chiamata annuale).

Qualora questa indagine evidenzi un’alterazione significativa e/o dubbia, la donna verrà richiamata per approfondimenti presso il centro pubblico di II livello. Legge Veronesi 23 dicembre 2000, n. 388: mammografia con esenzione dal ticket, ogni due anni, per tutte le donne di età compresa fra 45 e 69 anni.

Aderire allo Screening è un’ottima scelta per diagnosticare precocemente il tumore del seno.

DATI EPIDEMIOLOGICI

Il carcinoma della mammella è il tumore più frequente nella donna a partire dai 35 anni. Nel 2024 sono stimate circa 53.686 nuove diagnosi (53.065 nelle donne e 621 negli uomini), si tratta pertanto di un tumore che continua a essere di gran lunga il tumore femminile più frequente, rappresentando il 30% di tutti i tumori nelle donne. Sono 925.000 le donne viventi in Italia dopo una diagnosi di tumore della mammella, il 6-7% delle quali giunge alla diagnosi già metastatica. Il 45% dei tumori del seno è nelle donne tra i 45-74 anni, il 35% nelle donne > 74 anni e il 20% in quelle < 45 anni. L’1-2% dei
tumori del seno riguardano l’uomo.

La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è dell’88%. La probabilità di vivere ulteriori anni, superato il primo anno, è del 91% (Aiom. I numeri del cancro 2024). È un tipo di tumore che può essere ricollegato ad una famigliarità e, in alcuni casi (circa il 10%), ad una mutazione genetica (BRCa1 e 2) che può riguardare ovaio, prostata, pancreas. Possono essere implicate anche ulteriori nuove mutazioni genetiche che oggi non conosciamo; pertanto è importante una accurata anamnesi clinica di ciascuna persona (donna o uomo) per comprendere se vi siano le condizioni per chiedere una consulenza genetica.

Cosa fare in caso di protesi al seno?

Tutte le indagini strumentali possono essere effettuate anche nelle portatrici di protesi, sia additive che dopo ricostruzione per un tumore ovvero per profilassi nelle donne portatrici di mutazione genetica.

Cosa fare se si è fuori dall’età dello screening?

Nell’età 40-45 anni non vi è attuale evidenza scientifica di efficacia della mammografia di screening come modello di sanità pubblica. Tuttavia, in qualunque età, in caso di fattori di rischio personali e/o famigliari o di sintomi, è utile consultare il medico di famiglia e di riferimento, per valutare l’opportunità di un percorso personalizzato di prevenzione.

Circa il 10-12% di tutti i tumori della mammella sono su base ereditaria. Nei casi di sindrome eredo-famigliare è possibile riscontrare mutazioni su 2 geni principali (BRCa1 e BRCa2), ma anche in altri geni che possono presentare una mutazione. Nelle famiglie dove ci sono stati diversi casi di tumore maligno (carcinoma) della mammella, dell’ovaio, della prostata, del pancreas e dello stomaco, sia da parte di madre che di padre, si può prendere in considerazione una consulenza genetica che valuti la probabilità di presenza di mutazione. Raccogliere informazioni riguardo la propria famiglia
(malattie oncologiche, autoimmuni, neurologiche, vascolari) può essere utile a costruire dei percorsi di prevenzione più personalizzati, insieme al medico di riferimento, con il fine di giocare di anticipo e correre meno rischi.

In caso di famigliarità oppure di mutazione genetica BRCa1 e 2, oppure di seno molto denso, quali sono i programmi da seguire?

Il Ministero della Salute e le Regioni sono consapevoli della necessità di programmi di prevenzione dedicati alle donne che presentino queste caratteristiche. In alcune Regioni esistono già programmi personalizzati dedicati alle fasce a maggior rischio, con presa in carico in ambiente pubblico. È consigliabile consultare il sito/portale della propria Regione e il proprio medico curante per conoscere se tali programmi sono già stati attivati. Al più presto abbiamo necessità, comunque, di un programma nazionale che ponga fine alle disequità territoriali, e possa garantire a tutte le donne programmi
appropriati, efficaci, pubblici, per una corretta presa in carico. Le associazioni di pazienti e di cittadini, come peraltro la Fondazione IncontraDonna, sono in costante colloquio con le Istituzioni per far  valere questi diritti e assicurare in ogni Regione e territorio programmi di salute pubblica adeguati e coerenti.

Criteri generali: molteplicità di casi di carcinoma alla mammella in famiglia (almeno 2-3) specialmente se insorti in giovane età (2 casi se < 50 anni; anche un solo caso se <35 anni); presenza in famiglia di carcinoma della mammella in un maschio, di carcinoma ovarico, di carcinoma del pancreas, coesistenza nella stessa famiglia o nello stesso individuo di carcinoma della mammella e dell’ovaio, carcinoma bilaterale della mammella.

In particolari circostanze, (quando per esempio vi sia una chiara indicazione al test genetico-molecolare, e i famigliari malati di tumore fossero tutti deceduti, o viventi che non accettino di eseguire il test) si prende in considerazione la consulenza genetica ed eventualmente l’esecuzione del test anche nel soggetto sano.

Dove rivolgersi per la consulenza genetica?

In Italia sono molti i centri pubblici dedicati; sempre meglio rivolgersi a grandi strutture Ospedaliere e Universitarie ove sia presente un centro specificamente dedicato alla genetica medica e ai tumori ereditari.

Per approfondimenti leggi il capitolo “Rischio oncologico
eredo-famigliare” del Vademecum della Salute

Attenzione! Le indagini strumentali effettuate vanno conservate con cura e portate ad ogni successivo controllo.

Mammografia: esame radiologico che utilizza un dosaggio estremamente basso di radiazioni. La mammella viene compressa tra due superfici e questo consente di evidenziare eventuali alterazioni della densità del tessuto, noduli, microcalcificazioni, distorsioni e asimmetrie della ghiandola. Esistono diverse tecnologie: digitale e tomosintesi. La tomosintesi prevede una ricostruzione tridimensionale (3D) della ghiandola mammaria. Nello screening regionale viene proposta attualmente solo nell’eventuale necessità di approfondimento (II livello). La classificazione BI-RADS è una classificazione radiologica che prevede 5 classi per le lesioni: da 1 a 3 (benigno), 4 (sospetto), 5 (carcinoma).
Prevede anche 4 classi da A a D per definire la densità del seno. Le classi C e D sono quelle che definiscono la maggio- re densità. La maggiore densità radiologica comporta un rischio più elevato di sviluppare un carcinoma della mammella. Queste classi più elevate si giovano per la diagnosi precoce dell’ecografia abbinata alla mammografia e, in alcuni casi, anche della RM con mezzo di contrasto (sempre su richiesta dello specialista).

CEM: mammografia digitale con un mezzo di contrasto iodato (necessario il digiuno, un periodo del ciclo mestruale da osservare e un esame della creatinina recente) che in alcuni casi può essere considerata sostitutiva della RM (Risonanza Magnetica) con mezzo di contrasto . È consigliata dallo specialista in casi selezionati. Non è un esame da eseguire di routine, ma dimostra un ruolo potenziale nei modelli di screening personalizzati, in
particolare per le donne ad alto rischio e per quelle con seno denso.

Ecografia: utilizza gli ultrasuoni (non radiazioni) per rilevare alterazioni della ghiandola mammaria. Può fornire informazioni anche per la vascolarizzazione (color e power Doppler) e l’elasticità dei tessuti (Elastosonografia). Può essere eseguita in qualunque periodo del ciclo mestruale. Utilizzata prevalentemente nelle donne giovani e quelle con seno denso indipendentemente all’età. Mammografia ed ecografia sono tra loro complementari, l’una non esclude l’altra.

Risonanza Magnetica (RM con mezzo di contrasto): utilizza un campo magnetico (non radiazioni). Viene consigliata esclusivamente dallo specialista come approfondimento o a completamento di indagini, in casi selezionati ove sia necessario evidenziare nel dettaglio la vascolarizzazione dei tessuti. Viene richiesto un esame della funzionalità renale (creatininemia) e l’indicazione del periodo del ciclo mestruale. Non è sostitutiva della mammografia e dell’ecografia.

La possibilità di un prelievo viene stabilita dallo specialista senologo (radiologo, clinico, chirurgo, oncologo, radioterapista) in relazione a quanto evidenziato dalla mammografia/ecografia. In molti casi può evitare un intervento chirurgico inutile. Nel caso, invece, di un tumore al seno, permette una dettagliata programmazione dell’intervento stesso. Inoltre, i recenti progressi tecnologici e scientifici consentono una caratterizzazione sempre più precisa del tessuto esaminato con la possibilità di attuare cure sempre più
efficaci e personalizzate (recettori ormonali, c-erb b2, Ki67 indice di proliferazione cellulare, ricerca di particolari geni nel tessuto tumorale). Tutti i tipi di prelievo (di cellule o di tessuto) si eseguono ambulatorialmente.

Nessun tipo di prelievo di cellule o di tessuto è causa di disseminazione di cellule.

Agoaspirato: è un prelievo di cellule (esame citologico) effettuato con un semplice ago da siringa, guidato spesso con l’ecografia, ma anche dalla stereotassi (guida mammografica) o dalla RM solo presso alcuni centri all’interno di un nodulo o di un’area di ghiandola, meritevole di approfondimento. Questa metodica è minimamente invasiva, non necessita di anestesia locale e, nel caso di un tumore del seno, può dare una attendibilità fino al 97%.

Biopsia: è un prelievo di tessuto (esame istologico) effettuato con un ago di circa 1-2 mm di calibro chiamato tru-cut, in grado di asportare piccoli frammenti di tessuto e si effettua con anestesia locale.

VABB (Vacuum Assisted Breast Biopsy): è un prelievo di tessuto (esame istologico) effettuato con un ago di poco superiore ai 2 mm (probe) attraverso una minima incisione della cute (2-3 mm). Si effettua in anestesia locale, necessita di apparecchiature dedicate, tecnologicamente molto avanzate in grado di centrare con esattezza noduli e microcalcificazioni sia con guida ecografica che radiologica (stereotassica).

In ogni territorio regionale ci sono i Centri di Senologia (Breast Unit), identificati dalle Regioni in base a criteri stabiliti dal Ministero della Salute. Il Centro di Senologia è pubblico e costituito da un team multidisciplinare che prende in carico la paziente oncologica nel suo percorso. Dalla diagnosi, alla cura e al supporto. Il Centro di Senologia entro 30-40 giorni dalla diagnosi deve iniziare il trattamento, sia che fosse chirurgico o farmacologico (tempi utili alla programmazione ed esecuzione di tutte le indagini preliminari). È
dimostrato che essere prese in carico da un centro di Senologia pubblico e interdisciplinare per il trattamento del tumore del seno, possa comportare fino ad un 20% in più di possibilità di guarigione e sopravvivenza a 5 anni dall’evento.

Autoesame del seno

L’autoesame NON sostituisce la mammografia e l’ecografia. Osservare il proprio seno periodicamente e palparlo può mettere in evidenza qualche alterazione da riferire al medico di fiducia, per una valutazione e/o consiglio. Va scelto il momento di minore tensione mammaria, ovvero la settimana successiva al ciclo mestruale (o semplicemente una volta al mese se si è in menopausa o in gravidanza).

COSA OSSERVARE

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Poniti davanti allo specchio, con le braccia sui fianchi. Osserva e confronta
attentamente la forma e il volume delle due mammelle e dei due capezzoli.
Potrai facilmente accorgerti che non sono perfettamente uguali, questo è
naturale. Verifica se si sviluppano delle alterazioni nel tempo.

Screenshot 2025-09-17 125253

Ora osserva attentamente anche il profilo di ciascuna mammella. Verifica che non vi siano variazioni nella forma rispetto al solito. Fai soprattutto attenzione a sporgenze a forma di noduli. Esamina anche l’aspetto della cute: attenzione a eventuali zone raggrinzite o infossate.

Screenshot 2025-09-17 125622

Di nuovo di fronte allo specchio solleva entrambe le braccia. Verifica
ulteriormente l’aspetto delle due mammelle, confrontandole. Le braccia
sollevate danno anche maggiore evidenza alle caratteristiche del
capezzolo. Osserva quindi il profilo delle due mammelle anche in questa
posizione.

Screenshot 2025-09-17 125253

Ultima posizione. Poniti di fronte allo specchio con le braccia sui fianchi.
Gonfia il petto. Verifica anche in questa circostanza le caratteristiche delle due
mammelle. In questo caso, essendo la pelle più tesa, potrai soprattutto fare
attenzione a eventuali alterazioni cutanee. Verifica ancora la regolarità del profilo.

COSA PALPARE

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Sdraiati, ponendo un cuscino sotto alla schiena, questo servirà a sollevare e a
rendere meglio esaminabile il seno. Alza il braccio del lato della mammella da
esaminare, con la mano sotto la testa. Con l’altra mano esegui la palpazione.
La palpazione segue un movimento a spirale, dall’esterno verso l’interno, ovvero al capezzolo. Con la punta delle dita unite premi delicatamente ma in profondità, procedi lentamente nel movimento rotatorio verso il capezzolo. Verifica che non vi siano variazioni di consistenza (noduli o indurimenti).

Screenshot 2025-09-17 125828

Ora devi controllare attentamente, partendo dal solco sotto la mammella,
anche la zona tra il seno e l’ascella. Esegui la manovra con il braccio sollevato e poi anche con il braccio abbassato, magari stando seduta. In quest’ultima posizione è più facile riconoscere eventuali noduli in fondo all’ascella (linfonodi).

Screenshot 2025-09-17 125832

Devi ora prendere tra le dita il capezzolo e premere dolcemente. Verifica che non vi siano secrezioni. Puoi verificare ciò anche durante la pressione della mammella. Se fuoriesce del liquido, controlla il colore con un fazzoletto e riferisci questo al tuo medico.

Consulta un medico se noti uno qualsiasi di questi sintomi:

  • Una irregolarità, rispetto al solito, della forma del volume della mammella
  • Una variazione del profilo della mammella
  • Un’alterazione della cute: zone raggrinzite o infossate
  • Un nodulo al seno o all’ascella
  • Una irregolarità dell’aspetto del capezzolo (per esempio, retroflessione: capezzolo ombelicato)
  • Secrezioni dal capezzolo
  • Eczemi (eruzioni cutanee) della mammella

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