Il tumore del polmone si può sviluppare dalle cellule che costituiscono bronchi, bronchioli e alveoli e può formare una massa che ostruisce il corretto flusso dell'aria, provocare sanguinamenti oppure sintomi come tosse o dolore toracico. Si distinguono: il tumore del polmone non a piccole cellule (la forma più comune) o a piccole cellule (meno frequente ma con maggiori probabilità di avere un andamento clinicamente aggressivo e veloce).
Polmone

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DATI EPIDEMIOLOGICI
Nel 2024, in Italia, sono state registrate circa 44.800 nuove diagnosi (31.900 tra gli uomini e 12.900 tra le donne). La probabilità di sopravvivenza a 5 anni ammonta rispettivamente a 16% e 23%, ma naturalmente è migliore nei casi diagnosticati in stadio precoce e peggiore nei casi diagnosticati in stadio avanzato. I pazienti che, nel nostro Paese, vivono con neoplasia polmonare sono in totale circa 109.000.
I sintomi della malattia?
I più frequenti e comuni sono tosse secca con catarro (talora striato di sangue), difficoltà respiratorie, piccole perdite di sangue con i colpi di tosse, dolore al torace, perdita di peso e stanchezza. Questi sintomi sono aspecifici, cioè non sono sempre indicativi di un tumore polmonare. Tuttavia le persone considerate a rischio (come i forti fumatori) non dovrebbero sottovalutare la sintomatologia.
Che esami diagnostici sono necessari?
Quello più avanzato per individuare la malattia è la TC 3D a spirale. Per fare diagnosi, prelevando un pezzo di tessuto, bisogna ricorrere alla broncoscopia (consente la visione diretta dei bronchi) oppure all’agobiopsia percutanea sotto guida TC (permette il prelievo di alcune cellule della lesione sospetta mediante un ago introdotto all’esterno della parete toracica).
Negli ultimi anni, la necessità di acquisire un pezzo di tessuto è diventata cruciale, non solo per consentire la diagnosi “tradizionale” (vale a dire l’esame al microscopio del tessuto da parte dell’anatomo-patologo), ma anche per eseguire analisi molecolari indispensabili per la scelta della miglior terapia farmacologica. In molti casi, è utile acquisire una biopsia non solo al momento della diagnosi iniziale, ma anche in momenti successivi dell’evoluzione
della malattia, ad esempio quando le informazioni acquisite grazie alla biopsia potrebbero essere utili per decidere un cambio di terapia. Non sempre è facile prelevare un pezzo di tessuto: negli ultimi anni, fondamentali progressi tecnici sono stati realizzati con la cosiddetta “biopsia liquida”, vale a dire l’analisi del DNA del tumore in un “semplice” prelievo di sangue. La biopsia liquida non sostituisce ancora la biopsia “tradizionale”, ma è ragionevole predire un uso sempre maggiore di tale esame nella pratica clinica futura.
Esistono programmi di prevenzione e screening per la diagnosi precoce?
L’elevata incidenza di tumore del polmone e le statistiche di mortalità legate a tale patologia impongono di sottolineare l’importanza della prevenzione primaria, e in particolare della lotta al fumo, principale fattore di rischio, nonché di quella secondaria tramite screening.
Studi clinici hanno dimostrato che l’utilizzo della TC spirale a basso dosaggio può ridurre di circa il 20% la mortalità nei forti fumatori.
In Italia non esiste ancora un programma di screening di popolazione (come per la mammella o il colon-retto). È auspicabile che un programma di popolazione venga attivato, ma ad oggi lo screening è condotto solo nell’ambito di programmi dedicati, tra cui il programma ministeriale RISP (Rete Italiana Screening Polmonare), dedicato a uomini e donne considerati a rischio (età compresa fra 55 e 75 anni; fumatore di almeno un pacchetto di sigarette al giorno da più di 30 anni; forte fumatore che ha smesso da meno di 15 anni).
Quali opportunità terapeutiche?
Le terapie per il tumore del polmone si sono molto evolute negli ultimi anni. Oggi, oltre ai trattamenti “tradizionali” come chirurgia, chemioterapia e radioterapia, si utilizzano anche farmaci mirati a bersaglio molecolare e l’immunoterapia. Si tratta di approcci innovativi che hanno rivoluzionato l’approccio terapeutico, offrendo nuove speranze ai pazienti. Molti dei farmaci a bersaglio molecolare, utilizzati quando il tumore presenta specifiche alterazioni molecolari (mutazioni o riarrangiamenti genici) si somministrano per bocca.
L’immunoterapia invece utilizza farmaci che aiutano il sistema immunitario a combattere il tumore e possono essere somministrati sia in forma endovenosa che, recentemente - almeno per alcuni di tali farmaci - nella più comoda formulazione sottocutanea. Negli ultimi anni, si sono registrati importanti progressi, grazie alle suddette categorie di farmaci, non solo nel trattamento della malattia avanzata e metastatica, ma anche nella gestione ottimale dei pazienti con malattia in stadio limitato (in questi ultimi, i farmaci possono essere somministrati prima dell’intervento chirurgico, nel cosiddetto trattamento neoadiuvante, oppure dopo la chirurgia, nel cosiddetto
trattamento adiuvante).
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