Alcuni cenni sugli ESAMI SIEROLOGICI per l’identificazione degli anticorpi contro il coronavirus (COVID-19)

A chi si fa

  • Alle persone che hanno avuto e superato la malattia
  • Alle persone che sono state in contatto con i malati
  • Al personale medico a contatto con pazienti COVID
  • A persone che non rientrano nelle suddette categorie ma che rientreranno presto nell’ attività produttiva (proposta in discussione).
  • A chi lo richiede autonomamente con esborso economico di tipo privato

 

Modalità di prelievo: prelievo di sangue (capillare o dal dito per i test rapidi)

Metodica utilizzata: ci sono svariate metodiche. La più rapida è quella della reazione diretta antigene-anticorpo (tipo test di gravidanza )

Cosa identifica: uno (o più) dei tanti tipi diversi di anticorpi che il contatto con il COVID ha sviluppato nel nostro organismo.

Tipo di test La maggior parte delle metodiche utilizzate (tutte le metodiche rapide) è di tipo qualitativo (si/no) e non quantitativo

Sensibilità del test: non molto elevata (vedi approfondimento)

Specificità del test : non molto elevata (vedi approfondimento)

 

Conclusione: Sulla base delle sue specifiche caratteristiche questo test dimostra l’ESPOSIZIONE AL VIRUS non la nostra capacità di difesa dall’ infezione (vedi approfondimento). Non è un marcatore di protezione.

 

 

Approfondimento

Breve premessa sul sistema immunitario

Uno, forse il principale, dei nostri sistemi di difesa è il sistema immunitario costituito da:

  • L’immunità innata; questa è molto sviluppata nei bambini.
  • L’immunità acquisita, che porta alla produzione di anticorpi ogni volta che l’organismo entra in contatto con una sostanza estranea (antigene).

Oltre agli anticorpi si creano le “cellule della memoria” che ricordano quel particolare antigene e rinnovano la produzione degli stessi anticorpi anche a distanza di tempo.

 

Cosa succede quando un virus penetra nel nostro organismo? Entra nelle cellule legandosi a specifici recettori cellulari. Nel caso del COVID-19 si lega ai recettori ACE2 mediante le punte della corona.

Il virus è una struttura piccola ma complessa e i vari frammenti che lo costituiscono stimolano la produzione di numerosi anticorpi differenti.

 

E adesso veniamo ai nostri

ESAMI SIEROLOGICI per la valutazione degli anticorpi anti COVID.

I test sierologici attualmente in commercio, prodotti da svariate ditte in concorrenza tra loro, sono stati sviluppati per identificare la presenza di uno (o più) dei molti anticorpi che il nostro sistema immune produce quando entra in contatto con il COVID-19.

Limiti di questi esami:

  • Questi test non sono molto “specifici”. Possono confondere gli anticorpi contro il COVID-19 con quelli prodotti contro ben 6 diversi coronavirus capaci di infettare l’uomo (cross reazione). Si può quindi avere un risultato FALSO POSITIVO.
  • Questi test, al momento attuale, non sono del tutto sensibili nel riconoscere gli anticorpi anti COVID anche quando sono presenti: si può quindi avere un risultato FALSO NEGATIVO.

Questo può portarci a due false conclusioni:

  • Persone che non sono state in contatto con questo specifico virus possono risultare positive al test, e possiamo erroneamente pensare che abbiano sviluppato una qualche forma di immunità.
  • Persone che sono o sono state infettate dal COVID-19 possono risultare negative al test e quindi possiamo erroneamente pensare che non sono e non sono state contagiate.

Inoltre

  • Alcuni di questi sistemi identificano la presenza di uno (o più) degli anticorpi prodotti, ma non li quantizzano. E questo è un limite, perché avere tanti anticorpi (elevato titolo anticorpale) è la premessa per poterci difendere dall’ infezione.
  • Ma il fatto più importante è che i test attualmente in commercio non sanno dirci se il/gli anticorpi presenti ed identificati sono gli “anticorpi neutralizzanti” quelli che impediscono al virus di entrare nelle nostre cellule difendendoci dall’infezione (quelli contro la corona).

In conclusione

  • I TEST ATTUALMENTE IN COMMERCIO NON CI PERMETTONO DI CAPIRE SE ABBIAMO SVILUPPATO DELLE VALIDE DIFESE CONTRO IL COVID.
  • Un test positivo non ci permette di fare diagnosi di infezione/malattia. Per poter dire questo si deve cercare la presenza dell’RNA virale mediante tampone orofaringeo.
  • Non solo ma un test positivo potrebbe darci una falsa sicurezza e indurci ad abbassare la guardia e a non prendere le necessarie precauzioni.

 

E allora perché si fanno?

Come abbiamo detto la presenza di anticorpi, evidenziata mediante l’esame sierologico, è un MARCATORE DI ESPOSIZIONE.

Oltre all’ interesse economico delle diverse ditte c’è quindi un interesse scientifico.

Ci possono aiutare a:

  • Capire come il nostro sistema immune risponde alla malattia (valutazione sugli ex malati):
  • Identificare le persone che sono state a contatto con il virus e a mappare l’estensione del contagio (valutazione eseguita sulle persone sane, che sono state a contatto con i malati COVID e sugli operatori sanitari);
  • (Ipotesi di lavoro, per ora non dimostrata). Identificare le persone che sono “maggiormente difese” e quindi a minor rischio per sé e per gli altri.

I dati che si possono ricavare da queste indagini sono molto importanti perché essendo un virus completamente nuovo, c’è ancora molto da capire sia dal punto di vista immunologico che virologico ed epidemiologico.

Quindi itali test possono avere un rilevante valore scientifico ma solo se eseguiti all’ interno di studi controllati (Il perché lo vedremo in un prossimo capitolo).

E allora noi cosa potremmo/dovremmo fare?

  • Se ci viene chiesto di partecipare ad uno studio per la valutazione degli anticorpi su siero, partecipare di buon grado.
  • Altrimenti seguire la situazione e attendere che venga sviluppato un test di tipo quantitativo specifico per gli “anticorpi neutralizzanti”, cioè quelli che veramente sono in grado di difenderci dall’ infezione.

Numerosi tipi di test sono attualmente allo studio, su base scientifica e controllata; alcuni sembrano promettenti ma devono essere ulteriormente analizzati e “validati”.

Per quanto riguarda i test sierologici la meta non dovrebbe essere molto lontana.

 

In realtà tutte le nostre conoscenze sul COVID si trasformano e progrediscono di giorno in giorno. Ci aspettiamo di conseguenza che anche le indicazioni sugli esami medici disponibili, sulle terapie, sui comportamenti sociali possano rapidamente cambiare in base alle nuove consapevolezze acquisite.