PANDEMIA 2020 DA NUOVO CORONAVIRUS (SARS-COV-2; COVID-19)

IL CONTAGIO

 

Cause: un virus: il COVID-19 (detto anche SARS-COV-2) della famiglia dei Coronavirus, virus che infettano uccelli e mammiferi tra i quali anche l’uomo.

Trasmissione della malattia: contagio inter-umano. Essendo un virus respiratorio si trasmette principalmente:

  • per via aerea tramite goccioline umide emesse dal malato particolarmente attraverso starnuti e colpi di tosse (Goccioline di Flügge). Tali goccioline devono essere sufficientemente piccole da poter rimanere “sospese” nell’ aria e sufficientemente grandi da poter conservare l’umidità per un certo tempo. La distanza che possono raggiungere dalla fonte di emissione (malato) è circa un metro. Il virus non sopravvive all’essiccamento, perdendo la sua contagiosità.
  • per contatto diretto. Il soggetto, portatore del virus, oltre che a livello del cavo orale, può avere le mani contaminate dal virus (contatto con le mucose del naso, della bocca, colpo di tosse, fazzoletto sporco…) e attraverso un contatto diretto (stretta di mano, bacio…) trasmetterlo al soggetto sano.

Penetrazione del virus: il virus penetra nell’ organismo tramite le mucose: bocca, naso, occhi, tanto per via aerea, che per contatto diretto (es: mano infettata che abbia toccato le parti del viso sopra indicate).

Tipo di contatto tra malato e sano: contatto di tipo stretto (Vedi sito Ministero della Salute – Coronavirus, FAQ-Modalità di trasmissione punto 4)

Punti non ancora del tutto chiari:

  • il ruolo dei portatori sani (persone infette da COVID- 19, ma NON ammalate o con scarsi sintomi) nella trasmissione del virus.
  • Altre modalità di trasmissione oltre a quella del contatto diretto o per via aerea non sono ancora dimostrate e sembrano improbabili

 

Non basta il contagio:

Svariati fattori intervengono a definire se si svilupperà o no la malattia; principalmente la situazione immunitaria (difese) del soggetto e la carica virale (la quantità, cioè il numero di copie del virus con le quali si è venuti in contatto)

 

APPROFONDIMENTO

I Coronavirus sono una vasta famiglia di virus noti per causare malattie che vanno dal comune raffreddore a forme morbose più gravi come la Sindrome respiratoria mediorientale (MERS) e la Sindrome respiratoria acuta grave (SARS); debbono il nome al loro aspetto simile a una corona al microscopio elettronico. I Coronavirus sono stati identificati a metà degli anni '60 e sono noti per infettare l'uomo e alcuni animali (inclusi uccelli e mammiferi). Le cellule bersaglio primarie sono quelle epiteliali del tratto respiratorio e gastrointestinale.

Nel dicembre 2019, nella città di Wuhan (Repubblica Popolare Cinese) diversi pazienti hanno sviluppato polmonite e insufficienza respiratoria tipo SARS. Durante il mese di gennaio 2020 il dr Peng Zhu del locale Istituto di Virologia ha identificato in un bronco-aspirato il virus ora denominato SARS-CoV-2.

 

Da allora è partita la pandemia che sta interessando tutto il mondo con milioni di malati e centinaia di migliaia di morti.

 

LA TRASMSSIONE DELLA MALATTIA

Il nuovo Coronavirus è un virus respiratorio che si diffonde principalmente attraverso il contatto stretto con una persona malata. Le sorgenti di infezioni sono dunque esseri umani; dopo il salto di specie da animale a uomo, avvenuto in Cina, l’attuale pandemia conosce solo trasmissione interumana. Il periodo di incubazione, vale a dire il periodo di tempo che intercorre fra il contagio e lo sviluppo dei sintomi clinici, varia fra 2 e 11 giorni, fino ad un massimo di 14 giorni.

Nella trasmissione della malattia rivestono un ruolo importante, non ancora ben definito, quelle sorgenti di infezione chiamate portatori sani; si tratta di persone che eliminano il virus capace di contagiare per carica infettante e virulenza pur non presentando i sintomi della malattia, o manifestandone solo pochi e lievi (paucisintomatici).

La via di eliminazione primaria sono le goccioline di saliva solitamente veicolate dal respiro delle persone infette, soprattutto tossendo e starnutendo (goccioline di Flügge)

Solo le goccioline di saliva più piccole, comprese tra 5 e 100 micron, possono flottare attraverso l’aria senza sedimentare immediatamente al suolo, come accade alle goccioline >100 micron, e conservando la componente liquida, cosa che non avviene sotto i 5 micron. Le piccole goccioline di saliva di diametro compreso tra 5 e 100 micron preservano la loro capacità infettante fino all’essiccamento che provoca uno shock termico, osmotico e disidratativo tale da disattivare i virus; gli agenti patogeni perdono così la contagiosità già a brevissima distanza dalla sorgente di eliminazione (circa 1 metro), distanza massima alla quale, di norma, possono conservare la componente umida. I nuclei delle goccioline di saliva (quel che resta dopo l’essiccamento) e le polveri ambientali possono pertanto contenere RNA virale, inidoneo però a provocare l’infezione.

Questa tipo di contagio delle malattie infettive attraverso aria che avviene per scambio di saliva ancora umida, si chiama trasmissione indiretta di tipo diretto; la trasmissione propriamente indiretta riguarda altre malattie sostenute da microrganismi che resistono all’essicamento, come il batterio della tubercolosi o il virus del vaiolo, che per questa loro capacità possono essere veicolati, al contrario dei coronavirus, a grande distanza dalle sorgenti di infezione esprimendo una capacità infettante ben superiore a quelle di SARS-COV-2.

 

Un secondo tipo di trasmissione importante nella diffusione di questa pandemia è legata ai contatti diretti personali; rientrano in questa fattispecie le malattie a trasmissione sessuale e le “malattie dei fidanzati” (scambio di saliva attraverso il bacio) nelle quali il virus viene a contatto con le mucose dell’uomo bersaglio sano e recettivo. Le mucose costituiscono solitamente le vie di penetrazione preferenziali dei microrganismi patogeni; infatti questi tessuti che ricoprono tutti gli organi cavi del nostro organismo sono molto discontinui e, per questo motivo, non formano una barriera difensiva valida contro l’invasione virale. Al contrario la pelle, cioè lo strato cutaneo che riveste la superficie esterna del nostro organismo, costituisce una barriera insormontabile per la quasi totalità dei microrganismi (inclusi i coronavirus), purché sia integra, vale a dire non presenti discontinuità e ferite anche piccole.

Nella trasmissione per contatto diretto rivestono un ruolo fondamentale le mani soprattutto se una persona si tocca le mucose di bocca, naso o occhi con le mani contaminate (non ancora lavate).

Le mani delle persone infette si possono facilmente contaminare quando starnutiscono o tossiscono o si soffiano il naso; la stretta di mano può pertanto essere un meccanismo di facilitazione della diffusione del contagio.

Vengono ipotizzate altre forme di trasmissione a causa della presenza dei coronavirus nell’ambiente. Le informazioni preliminari a questo riguardo suggeriscono che il virus possa sopravvivere alcune ore, anche se il tutto è ancora in fase di studio. Per similitudine con altre malattie analoghe il contagio avviene per scambio di saliva, ma è intuitivo che la resistenza del virus all’esterno della sorgente di infezione, in ambiente a lui sfavorevole dopo la disidratazione, non può che essere molto limitata. Pertanto il rilevamento di materiale biologico virale su oggetti, alimenti, nel pulviscolo o anche nelle feci, non appare significativo in termini epidemiologici, trattandosi di una malattia evidentemente a trasmissione respiratoria e non essendo mai stata presa in considerazione in dette osservazioni la vitalità e la contagiosità dei virus presenti in matrici ambientali atipiche.

La possibilità di contagio trova la sua massima espressione nel “contatto stretto”, quella fase in cui sorgente di infezione e bersaglio sano e recettivo sono a confronto. Il Ministero della salute ha emanato una circolare in cui vengono dettagliate tutte le situazioni di contatto stretto, alla lettura della quale si può rimandare per una conoscenza dettagliata, limitandoci in questo foglio divulgativo a parlare di una compresenza prolungata e significativa, sia in termini di vicinanza che di tempo.

Un ulteriore fattore che entra in gioco nel meccanismo della contagiosità è la recettività/immunità dell’individuo oggetto di contaminazione da coronavirus. È chiaro che essendo il SARS-COV-2 un microrganismo nuovo per tutta la popolazione mondiale, non incontrerà soggetti capaci di difendersi dalla sua aggressione per un meccanismo di immunità specifica precedentemente acquisita; entreranno in gioco solo gli importamiti meccanismi di immunità aspecifica capaci di difenderci nei confronti di qualsiasi infezione microbica e che variano con lo stato di salute e le caratteristiche epidemiologiche degli individui colpiti. Si ipotizza che possano svolgere un ruolo protettivo pregresse infezioni da altri coronavirus che hanno circolato nelle comunità umane; si invoca il meccanismo della cosiddetta immunità crociata (che avviene quando due virus hanno alcuni punti – antigeni - in comune e gli anticorpi prodotti contro il virus incontrato per primo reagiscono anche con il secondo), ma è una delle tante ipotesi che ha bisogno di conferma.

In conclusione il contagio da coronavirus avviene per contatto diretto o per via respiratoria tramite inalazione di goccioline di saliva, in particolare nelle situazioni di contatto stretto.

 

BIBLIOGRAFIA/SITOGRAFIA

 

Prof Gianfranco Tarsitani

Aggiornamento al 4 maggio 2020