Farmaci tecnologicamente avanzati, costosi e complessi da produrre, di natura biologica, destinati a malattie serie quali quelle reumatiche e oncologiche.

Vista la loro natura biologica, si chiamano “biosimilari” perché non possono essere considerati identici ma “elevatamente simili” ai prodotti già in commercio e che stanno perdendo con il passare degli anni il loro brevetto di eclusività. L’ingresso sul mercato, per chi potrà usufruirne, è completamente a carico del sistema sanitario nazionale, come per i biologici già esistenti.

Associazioni di pazienti, società scientifiche e AIFA (agenzia italiana del farmaco) sono al lavoro per introdurre gradualmente i biosimilari nelle diverse regioni, tutelando la salute dei pazienti in termini di efficacia delle cure, e cercando di non sostituire con biosimilare la terapia di chi è giù in cura. La decisione ultima di sostituzione sarà, comunque, affidata al medico che tiene in cura il paziente, e pertanto non automatica.

Il risparmio economico con i biosimilari potrebbe essere calcolato intorno ai 400 milioni l’anno, considerando che il loro costo è del 25-30% i meno rispetto ai biologici.

AIFA position paper biosimilari 2018

AIOM position paper biosimilari 2018