Alcuni cenni sull’esame del TAMPONE per l’identificazione del coronavirus

A chi si fa

  • A persone con sintomi compatibili con la malattia da coronavirus per conferma (o meno)
  • Agli (ex) malati di coronavirus per dimostrarne l’avvenuta guarigione
  • A pazienti con altre patologie, non sintomatici per la malattia da coronavirus (COVID), che debbono essere sottoposti a un trattamento (es intervento chirurgico) per permetterne la corretta gestione ospedaliera.
  • Al personale medico a contatto con pazienti COVID
  • Talvolta (non tutti sono d’accordo, vedi approfondimento) con persone entrate in contatto con pazienti COVID.

Modalità di prelievo: tampone nasofaringeo e dal cavo orale.

Metodica utilizzata: metodica molecolare Real time PCRche identifica 3 diversi geni del virus

Sensibilità del test: non molto elevata (per chi vuole approfondire vedi sotto)

Specificità del test : non molto elevata (per chi vuole approfondire vedi sotto)

a) se tutti e tre i geni testati sono presenti l’esame viene considerato positivo e non è necessario ripeterlo.

b) se tutti e tre i geni testati sono assenti viene considerato negativo ed è’ necessario ripeterlo

c) se uno/due geni risultano positivi e uno o gli altri due negativi viene considerato dubbio. In questo caso si faranno ulteriori prelievi.

 

Approfondimento

Nessuno è perfetto. E questo lo sappiamo bene. Nessun test medico è perfetto. E questo fatto lo conosciamo meno bene.

Ma cosa vuol dire essere “Test perfetto?” Beh, per prima cosa gli chiediamo di essere “sensibile” cioè di saper riconoscere TUTTI, ma proprio TUTTI I MALATI.

Ma non basta!!, un test deve essere capace di riconoscere le persone sane e NON CONFONDERLE con le persone malate. Cioè deve essere “specifico”.

E anche se sappiamo che nulla al mondo è perfetto, da un test medico, noi ci aspettiamo che sia altamente attendibile.

Ma questo non è possibile. Mi dispiace deludervi, ma nessun test di laboratorio, nessuna analisi strumentale, nessuno dei tanti strumenti utilizzati a livello diagnostico in medicina ha le caratteristiche sopra indicate. Un test di laboratorio è considerato valido quando ha una sensibilità e una specificità di almeno il 95% cioè sbaglia solo una volta su 20 (Per fortuna ci sono test che hanno una sensibilità di oltre il 99%).

Ma se i test possono sbagliare come si fa? Non c’è speranza? Si che c’è, ei medici lo sanno bene.

Bisogna mettere insieme tante piccole informazioni ed incrociarle, magari conoscendo la persona, ascoltandola, osservandone i sintomi, il tutto insieme ai risultati delle analisi e dei vari test.

E adesso arriviamo al nostro esame del tampone per il Coronavirus.

Il Test del tampone identifica la presenza del virus a livello del naso e della gola.

Cosa vogliamo che faccia?

Dovrà essere in grado di riconoscere non solo coloro che hanno contratto la malattia da COVID (I MALATI) ma anche riconoscere TUTTE LE PERSONE SANE che sono PORTATRICI del virus e che potrebbero trasmetterlo.

Forse è un po’ troppo, anche per il migliore dei test diagnostici.

I vari test che identificano la presenza del virus nel cavo orale e nell’ albero respiratorio (si parla sempre di tampone) attualmente utilizzati e prodotti da differenti ditte, non sono sensibili come vorremmo;  fortunatamente i laboratori sono riusciti a metterli a punto in breve tempo - questo sì è un miracolo.

Il risultato di questi esami dipende dalla quantità di virus che si riesce a raccogliere sul campione prelevato al paziente.

I motivi possono essere tanti:

  • Può essere negativo anche un paziente ospedalizzato in condizioni critiche che presenta una polmonite da coronavirus, probabilmente il suo sistema immunitario ha iniziato a reagire producendo gli anticorpi e quindi facendo diminuire la quantità di virus in circolazione;
  • Il virus può essersi spostato nei polmoni e non essere più presente a livello della gola e del naso dove si fa il prelievo;
  • Il prelievo può non essere stato fatto bene.

Per maggiore sicurezza e per diminuire la possibilitàdi un errore saranno necessari due tamponi consecutivi ambedue negativi per considerare guarita una persona precedentemente malata e positiva al coronavirus

Ad oggi si discute molto se fare o meno il tampone alle persone che non presentano i sintomi di malattia.

Uno dei motivi è il fatto che affinché l’esame risulti positivo non è sufficiente che un solo virus transiti per la nostra gola e che da solo non riuscirebbe mai a farci del male. Devono esserci parecchie copie del SARS-CoV-2 (detto anche Covid-19).

Se alcune persone fossero venute a contatto con un malato per un tempo sufficientemente lungo potrebbero “ospitare” il virus (portatori sani). In questo caso si parla di persone “contagiate”, ma contagio non vuol dire malattia. Di queste alcune avranno una grande quantità di virus (carica virale elevata) e quindi l’esame del tampone sarà positivo, mentre altre che ne avranno una scarsa quantità e quindi il risultato sarà negativo.

Dal contagio si può passare alla malattia, ma il più delle volte, se i virus sono pochi (si parla di carica virale bassa) e la persona è sana, l’organismo elimina il virus senza altre conseguenze.

Per i motivi sopra elencati un tampone negativo non ci rassicura del tutto ed è per questo che alle persone che non hanno sintomi, l’Organizzazione Mondiale della Sanità sconsiglia questo tipo di esame.

E adesso passiamo a parlare della “specificità’”.

Come mai talvolta il risultato del tampone risulta dubbio o potrebbe addirittura essere positivo in una persona perfettamente sana che non ospita il “nostro” virus?

Questo è dovuto al fatto che il COVID-19 fa parte di una famiglia di coronavirus, fra i quali sono presenti alcuni virus del comune raffreddore che potrebbero essere presenti nel nostro nasofaringe. Questa famiglia di virus ha dei geni in comune o molto simili tra loro. In rari casi l’esame molecolare eseguito su tampone “scambia” tra loro un virus “innocuo” e il COVID-19 e si ha un “falso positivo” o un risultato parzialmente positivo (solo uno/due dei tre geni testati è positivo) e quindi il risultato viene definito dubbio.

In conclusione, per ora “accontentiamoci” di quello che l’esame del tampone può dirci, che è già molto, e speriamo di avere presto uno strumento migliore che ci aiuti a confermare i veri malati di COVID, a individuare meglio i portatori sani e a identificare le persone che non ne sono affette.

Proseguiremo poi queste note parlando degli esami sierologici, quelli cioè effettuati mediante prelievo di sangue. .